Nonostante la consideri una “brutta
copia” di quella tradizionale, il mercato delle pizze surgelate non conosce
crisi. La maggior parte delle persone le acquista in tutte le sue varianti (con verdure, con prosciutto, ai
quattro formaggi, capricciosa, con salame), pensando che siano meno
caloriche delle altre, oppure perché sono comode e sbrigative. Pochi effettivamente
le mangiano affermando che sono buone o sono migliori al palato rispetto a
quelle tradizionali cotte al forno a legna.
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Foto 1 |
Mi è anche capitato di sentire
gente che si vergognasse nell’affermare di concedersi, per mancanza di tempo,
una pizza surgelata un paio di volte alla settimana, eppure questo business non
sembra vacillare. Sono onesta, in passato anche alla sottoscritta è capitato
diverse volte di infilare di “nascosto” dei cartoni di pizze surgelate nel
carrello, il frigo piangeva e quindi rimaneva l’unica soluzione. Bisogna anche
fare i conti con il portafoglio, queste pizze sono pratiche e spesso vengono
vendute a prezzi decisamente ridotti che impossibile è non infilarle nella
borsa della spesa. Ma di cosa sono fatte? Proviamo ad analizzare assieme gli
ingredienti contenuti, stilando una sorta di vademecum che possa aiutare il
consumatore medio in una scelta consapevole.
Per scegliere una buona pizza
surgelata, si deve partire dalla genuinità delle materie prime con assenza di additivi sospetti
come il glutammato monosodico (usare un esaltatore di sapidità per un prodotto
che vuole essere genuino è quanto mai contraddittorio), la margarina e i grassi
vegetali idrogenati; gli oli e grassi vegetali generici, non specificati sono
totalmente penalizzanti. Sottolineo che l’autentica pizza è quella preparata
con il solo olio di oliva extravergine, il “ re ” della dieta mediterranea. Una
volta individuata l’assenza di questi ingredienti, come secondo parametro
bisogna considerare l'apporto calorico, per
chi non ha problemi di restrizione calorica è accettabile se inferiore a 240 kcal/100 g,
considerando che la pezzatura minima è di circa 300 g, l’apporto totale
dovrebbe aggirarsi attorno alle 600-700 kcal minimo. E come la mettiamo con il
quantitativo di sale? Se leggendo l’etichetta nutrizionale, notiamo che la
quantità di sodio è uguale o superiore a 0.5 gr per 100 gr di prodotto, allora
significa che c’è sicuramente troppo sale. E’ il sodio che, a dosi elevate fa
male alla salute, aumentando la pressione sanguigna.
Ultimamente il panorama delle pizze surgelate è migliorato leggermente dal punto di vista della qualità, in quanto si comincia ad apprezzare lo sforzo di alcune Case di sostituire gli oli vegetali generici con quelli di qualità più elevata, anche se l'uso esclusivo di olio di oliva è tuttora una rarità. In alcune proposte, accanto all'olio di oliva, viene contemporaneamente impiegato anche l’olio di girasole (foto 2); nei casi peggiori, tuttavia, l'olio di oliva è aggiunto a oli vegetali non esplicitati, penalizzando il prodotto.
Ultimamente il panorama delle pizze surgelate è migliorato leggermente dal punto di vista della qualità, in quanto si comincia ad apprezzare lo sforzo di alcune Case di sostituire gli oli vegetali generici con quelli di qualità più elevata, anche se l'uso esclusivo di olio di oliva è tuttora una rarità. In alcune proposte, accanto all'olio di oliva, viene contemporaneamente impiegato anche l’olio di girasole (foto 2); nei casi peggiori, tuttavia, l'olio di oliva è aggiunto a oli vegetali non esplicitati, penalizzando il prodotto.
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Foto 2 |
Alcune aziende
sostituiscono poi la mozzarella con altri tipi di formaggio, come l’edam in
percentuale variabile a seconda dei gusti, (generalmente attorno al 5%-10%) (foto 3). A questo
proposito, un po’ di tempo fa lessi che una nota azienda statunitense aveva
lanciato sul mercato interno, approdando in seguito in Europa, il primo
formaggio fatto senza il latte, un prodotto destinato a sostituire la
mozzarella sulle pizze e in vari altri piatti gastronomici già pronti,
proponendolo come un valido sostituto del formaggio. Insomma, un “ formaggio ”
creato per i vegani e per gli allergici al lattosio, a detta loro, che lo
potranno assumere senza timore perché prodotto con proteine di origine
vegetale, vale a dire combinando il galattomannano, la carragenina, oltre ad
una sostanza “gelatinante” derivata dalla lavorazione di un’alga rossa. Sono
curiosa di vedere se e come la legislazione vorrà tutelare il consumatore,
obbligando o meno il fornitore a dichiarare la presenza tra gli ingredienti di
un “formaggio-non-formaggio”. Tutti gli sforzi per spiegare ai propri figli che
il formaggio deriva dal latte, e improvvisamente anche queste poche certezze
svaniscono, lasciando spiazzati i genitori.
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Foto 3 |
Recentemente ho anche notato in
commercio delle pizze contenenti tra gli ingredienti sostanze zuccherine,
questo non dovrebbe meravigliare in quanto, l’azienda in questione, si è sempre
occupata di generi alimentari dolciari e magari un po’ di zucchero c’è finito
per sbaglio, non pensate? Già dal primo morso si nota una pasta simile ad un
biscotto più che ad una pizza. Ma a cosa serve aggiungere zucchero (o
saccarosio), destrosio (o glucosio), sciroppo di glucosio e caramello? Tutte
queste sostanze zuccherine servono da una parte a "nutrire il
lievito" e a far gonfiare l'impasto, dall'altra a favorire la doratura
della pizza durante la cottura in forno, per innescare le famose reazioni di
Maillard. L’amido modificato viene invece aggiunto per dare sofficità
all'impasto. Nonostante tutto, desidero spezzare una lancia in favore delle
pizze surgelate, in quanto difficilmente si può avere un controllo sugli
ingredienti usati dal pizzaiolo (sono pochi quelli che espongono o esplicitano
gli ingredienti e la loro provenienza); spesso tali ingredienti sono di scarsa
qualità, come per esempio la "mozzarella". Sono pochissime le
pizzerie che specificano chiaramente almeno il tipo e le caratteristiche del
formaggio usato, ed il tipo di olio utilizzato, colui che lo fa va però
premiato. Colgo infatti l’occasione per chiedere se c’è qualcuno tra di voi,
che, nella propria pizzeria mostra al consumatore per esteso la lista degli
ingredienti e la loro provenienza, se sì, mi contatti immediatamente. Rimanderò
ad un secondo e prossimo pezzo, il discorso sul tipo di farina impiegata,
riferendomi questa volta all’autentica pizza, quella preparata del signor
pizzaiolo e poi cotta al forno a legna.
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