Da un punto di vista nutrizionale e gastronomico il piccione, ossia il colombo addomesticato, appartiene alla categoria della selvaggina da penna, tant’è vero che le sue carni sono definite “nere” per distinguerle da quelle “bianche” (pollo, tacchino) e “rosse” (bovino, suino, equino, ovicaprino). I piccioni presenti sul mercato, essendo quasi esclusivamente di allevamento, sono animali giovani (del peso di 3 o 4 ettogrammi) e, per questo motivo, con carne più chiara e tenera. La carne di piccione contiene molte proteine ed è povera di grassi. Come per ogni animale, la sua tenerezza dipende dall’età dell’animale, dalla sua alimentazione e dalle condizioni ambientali in cui è stato allevato. La carne del piccione giovane presenta un elevato contenuto proteico e un basso contenuto di grassi e anche un discreto tenore di ferro e di
vitamine del gruppo B.
È entrato anche nella
“nouvelle cuisine”: fra le tante proposte per cucinarlo vi rocordo quella di un grande chef veneto Giancarlo Perbellini, ideatore del “pane, piccione e nutella di
foie gras”. Il tutto per dire che questo cibo così antico e radicato nella nostra tradizione merita di essere riproposto e rivalutato forse più spesso di quanto non succeda, se non altro per curiosità.
Alla prox
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