lunedì 26 agosto 2013

LO YOGURT PARAGONABILE A UNA CHIMERA

La trasparenza delle etichette dei yogurt, reclamata a gran voce dai consumatori rimane ancora una chimera, indefinibile e indecifrabile. Abbiamo a che fare con etichette illeggibili, incomprensibili e capaci di creare solo confusione. Sul mondo degli yogurt si potrebbe aprire una parentesi tonda, una quadra e una graffa, oggi mi limito ad aprire e chiudere soltanto la prima. Il primo aspetto che intendo mettere in discussione è che in commercio su quasi tutte le confezioni di yogurt, interi, parzialmente scremati, al naturale o alla frutta trovo spesso la dicitura “ fonte di calcio ” o “ arricchito in calcio ” (foto 1 e 2).


Foto 1



Foto 2

Ma lo yogurt è un prodotto ottenuto proprio dal latte, fonte naturale di calcio (un litro di latte, anche totalmente scremato, contiene circa 1,2/1,5 g di calcio), quindi perché sottolineare la sua presenza ? che 100 g di un comune yogurt fornisca 150 mg circa di questo prezioso sale minerale è assolutamente indiscutibile e normale, ma “ giustamente ” le aziende produttrici devono pur mettere in risalto qualcosa per incrementare le vendite, anche facendo fesso il consumatore. Il secondo aspetto riguarda invece la provenienza del latte utilizzato. Pollice in sù per Granarolo, uno dei più importanti produttori italiani di yogurt, che nel 2004 ha anche inglobato la Yomo. Recentemente, ho notato sulla confezione di questi yogurt la presenza della bandiera italiana con scritto “ prodotto in Italia con solo latte italiano ” (foto 3 e 4). Un punto a loro favore in quanto ci sono molti yogurt venduti nei supermercati in cui la provenienza del latte rimane ancora un mistero. Anche se c’è scritto che è prodotto o confezionato in Italia non significa che il latte sia di origine italiana. L’ultimo aspetto su cui voglio ragionare riguarda gli yogurt arricchiti di omega 3.


Foto 3



Foto 4

Se il latte utilizzato è di buona qualità, una parte del grasso totale è costituita di acidi grassi benefici per la salute come quelli insaturi tra cui gli omega 3. Se però è di cattiva qualità questi scompaiono. Allora l’industria spudoratamente li addiziona ricorrendo all’olio di pesce che ne è naturalmente ricco, sottolineandone la presenza come se il latte fosse un alimento che normalmente non li contiene. Invece, dalle tabelle di composizione degli alimenti dell’INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) si evince che in 100 g sia di latte che di yogurt intero sono contenuti 0,05 g di acido alfa linolenico (ALA), un omega 3.

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