sabato 3 agosto 2013

IL BOOM DEI “ WINE KIT “ ED IL MADE IN ITALY SEMPRE PIU’ CORTEGGIATO


Stasera chiacchieravo con un signore americano, ingegnere ma con la passione del vino e grande conoscitore, gli accenno la bufera che qui in Europa sta dilagando sui " wine kit ", un modo folcloristico di farsi comodamente da casa un Chianti o un Barolo, ad esempio. La cosa che più mi ha stupito è che mentre per me, italiana e dove il vino ha una lunga tradizione questo rappresenta un vero e proprio scempio, lui invece non percepiva tale assurdità, raccontandomi anche che molti suoi amici tutti gli anni acquistano il kit per " produrre " 25-30 bottiglie e segnalandomi un sito dove si possono comprare in tutta normalità. Recentemente hanno anche aperto uno stabilimento in Svezia vicino a Goteborg che produce e distribuisce in tutto il continente e senza essere disturbata oltre 140.000 wine kit all’anno, dai quali si ottengono circa 4,2 milioni di bottiglie.
L’Italia si sta battendo ovviamente e ha chiesto all’Unione Europea di fare qualcosa per fermare l’ignobile business che sta mettendo a rischio con l’inganno l’immagine e la credibilità dei nostri vini più prestigiosi e amati da sempre.
Immaginiamoci delle persone che assaggiano per la prima volta un Nero d’Avola o un Amarone fatto comodamente in casa con delle polverine, questa gente assocerà a quel vino un sapore (sgradevole) che non è quello del vino originale e autentico.
Sono andata a spulciare uno di questi siti dove si possono comprare, e la cosa più paradossale è trovare le istruzioni per l'uso all’interno dei wine-kit. Sono davvero curiose, dettagliate e si chiudono con dei bizzarri suggerimenti per i novelli "produttori" come: "conservare il vino in luogo fresco e buio"; "il vino rosso va aperto alcune ore prima di servirlo a temperatura ambiente, mentre il vino bianco può essere conservato in frigorifero"; "servirlo sempre in bicchieri di vetro per valorizzarlo maggiormente ".
C’è stato un periodo in cui avevamo a che fare con vini stranieri spacciati per italiani, ma almeno erano vini veri seppur di minor pregio, invece ora siamo di fronte a prodotti che portano importanti nomi italiani e non sono neppure vini!

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